Django

Il mio amore per i nostri amici a quattro zampe mi ha sempre portato ad avere un contatto diretto con loro, ma solo da quattro anni condivido la mia vita con il mio adorato Django sotto lo stesso tetto, cosa molto diversa e in alcuni momenti difficili.
La gioia di avere un cane tutto mio è stata immensa, ma con il passar del tempo mi accorgevo che questo non bastava.
Già dai primi mesi il comportamento di Django sollecitava molte problematiche, per i condomini e la mia qualità di vita con lui. Abbaio continuo e distruzione di tutto ciò che era alla sua portata durante la mia assenza. Anche una semplice passeggiata era diventata per me motivo di preoccupazione, non per la sua aggressività mai manifestata con i suoi simili, ma per la qualità.
Non riuscivo a gestire il suo temperamento molto alto, e ogni passo era rimprovero.
Decisi all’età di otto mesi di seguire un percorso, pensando che sarebbe servito a lui.
Incontrai CENTRI STUDIO CANI , dov’è tutte le mie certezze hanno avuto la peggio.
Mi resi conto che dovevo partire da me!
Ogni lezione era una fatica immensa, mi dovevo mettere in discussione, e dovevo riuscire a vedere attraverso il mondo animale, cosa non semplice.
Ogni singolo istante il mio amico a quattro zampe metteva in discussione il lavoro che stavamo facendo, non riconosceva il ruolo che doveva avere nel branco, perché quando decidiamo di avere un cane, la natura ci insegna che noi siamo un branco, dove la gerarchia va rispettata attraverso quella gestualità così semplice, ma così diretta è comprensibile per loro.
Ho cominciato a costruire un rapporto fatto di fiducia e rispetto, mantenendo sempre in mente dove volevo arrivare e cosa potevo fare per lui e per me, si anche per me cosa molto importante, ero diventata una persona consapevole di come loro sanno già cosa devono fare, e di cosa noi dobbiamo nuovamente ritrovare, quella parte animale persa chissà dove, ma con il tempo ritrovata grazie anche a questa opportunità.
Mi parlavano di ” apertura al gioco” sviluppare del ” terzo occhio” , e mi domandavo! Ma cosa vogliono dire? Che lingua parlano?
È semplice: il linguaggio del rispetto verso i nostri amici a quattro zampe apertura al gioco, imparare a far parte del branco attraverso il gioco, attraverso la gestualità e gratificazione al momento del risultato.
Sviluppare il terzo occhi, o semplicemente non perdere mai di vista le richieste del nostro cane, anche durante una chiacchierata, dandogli indicazioni anche in quel momento, perché loro hanno bisogno di qualcuno che lo guidi costantemente. Si guidare il proprio cane costantemente, un concetto importante, ma la chiave che risolve le preoccupazioni e insicurezze del nostro amico.
Capire profondamente ciò rende il nostro cane un animale equilibrato, dove sa che il problema c’è, ma anche io ci sono per risolverlo.
Ogni giorno ringrazio le persone che continuano a farmi comprendere questo mondo, fantastico fatto di amore e rispetto, di gesti, e soprattutto mi hanno dato l’opportunità di cambiare la mia qualità di vita con Django. Molti mi dicono: ma quanto espressivo questo cane!
Non potevo chiedere di meglio!
Si la sua espressività c’è grazie a un lavoro costante fatto su me stessa ogni giorno, imparando tanto da lui, osservandolo, e interagendo attraverso il suo linguaggio che ho imparato nuovamente a parlare.\

Ora siamo un branco, ora so cosa mi chiedeva, ora so cosa voleva dirmi, parla con me!

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