Chiara, Diego, Zoe

È con profonda gratitudine che racconto la mia storia di padrona di 3 Jack Russel, nella speranza che sempre più persone riconoscano la grande importanza che ricopre un’ ottima educazione del cane e soprattutto l’ educazione del padrone a conoscere e saper quindi comunicare con il proprio cane, per potersi assicurare anni veramente felici e sereni con il proprio meraviglioso amico a 4 zampe.

Io sono madre quaranticinquenne di due ragazzi di 14 e 12 anni. Cinque anni fa presi il mio primo cane: Chiara, una cucciola di Jack Russel. All’età di 2 anni Chiara ha partorito una cucciolata di cinque cuccioli di cui uno era destinato a rimanere con noi. Di fatto invece, ci trovammo a riprendere in casa una delle cucciole che avevo dato ad una famiglia di conoscenti e che, appunto dopo 30 giorni, decise di non volerla più. Ci ritrovammo così in casa mamma Chiara con i propri figli Diego e Zoe.

Chiara è sempre stata una cagnetta molto insicura (probabilmente perché tolta troppo presto alla mamma), Diego un pacioccone ma sempre in competizione con la sorella Zoe, cucciola stressata per 30 giorni dalle mani e dalle voci di bambini… trattata come un peluche. La gestione di 3 cani si manifestò sempre più complicata man mano che i cuccioli si facevano adulti, l’insicurezza di mamma Chiara si evidenziava di fronte la crescente competizione tra fratello e sorella. Tra tutti e tre avvenivano regolarmente dominanze sottese che si manifestavano con marcature continue dentro casa: per fortuna mai una aggressione tra loro, ma la sottoscritta passava buona parte della giornata a pulire i pavimenti ed i divani dai loro bisogni…ero veramente disperata e stavo iniziando a pentirmi di aver fatto fare i cuccioli a Chiara.

Un giorno un amico del parco dove andavo spesso mi parlò di un suo amico educatore: Andrea Cristofori. Sembra banale pensare di farsi aiutare da un educatore cinofilo quando hai un problema con il tuo cane, ma posso assicurare che per chi si affaccia inesperto al mondo canino non lo è! Io pensavo che l’educatore cinofilo fosse la persona che insegna al cane a camminare come un soldato accanto al padrone oppure educare cani che mordono. Invece già dalla prima lezione ho capito che meravigliosa avventura avevo iniziato nel momento in cui avevo portato a casa il nostro primo cane! Una lezione teorica durante la quale imparai tantissime cose da Andrea, per me “l’uomo che sussurrava ai cani”.

Scoprii di avere in casa un vero “branco” con tutti e tre gli elementi cardini: alfa, beta ed omega. Capii che alfa Chiara non era abbastanza sicura per gestire beta Diego ed omega Zoe. Lavorai con Andrea , Sandro e Roberto per un anno per dare forza a Chiara e mettere un po’ in riga beta ed omega, perennemente in competizione tra loro. Mi hanno aiutato ad escogitare vari stratagemmi per farli rimanere ognuno in ordine nella propria posizione di branco.

Ovunque io vada con i miei Jack, anche all’estero, ricevo complimenti per la loro educazione ed in contemporanea stupore per la rarità di trovare padrone e cani affiatati come un vero branco. Non perdo quindi mai occasione di raccomandare la scuola cinofila a tutti i padroni di cani, auspicabile già quando si prende in casa un cucciolo: se si parte col piede giusto, tutto è più semplice! E l’auspicio non è rivolto solo a chi ha deciso di adottare un cane cosiddetto “pericoloso” (molossoidi, ecc.), ma anche a chi ha cani di piccola taglia perché possono purtroppo, in buona fede, essere educati male o non educati affatto.

Troppo spesso mi sono trovata di fronte a cani sciolti al parco di cui non si vede ombra di padrone (che nel frattempo fa public relation con altri padroni), cani che non conoscono il richiamo e padroni che chiedono ai propri cani di eseguire il loro ordine pregandoli! E troppo spesso ho conosciuto i pregiudizi dei ristoratori nel farmi entrare nei loro locali con i miei cani: tutti si lamentano del fastidio che cani e soprattutto padroni gli arrecano. Ormai la popolazione canina è sempre più diffusa nelle città e sempre più i padroni hanno giustamente l’abitudine di portare con sé il proprio amico peloso: ma perché il nostro cane sia amato non solo da noi ma anche dagli altri sono convinta sia basilare far sì che il padrone sappia ricoprire l’unico ruolo che gli compete, alfa, per poter gestire il proprio cane nelle diverse situazioni che viviamo quotidianamente.

Torna indietro